Professor Paolo Crepet, qual è il suo punto di vista sull'emergenza educativa?
E' un punto di vista che nasce dalla cronaca di tutti i
giorni, che ci dice che non è una emergenza, ma è un disastro educativo, un
totale disastro di cui non dimostriamo di essere così tanto preoccupati.
L'anticipazione dell'età, un'idea di educare senza alcuna regola, pensando che
i figli debbano solo pretendere e non dare mai niente, perdonarli in tutto e
per tutto, questa è idiozia educativa.
Gli agenti educativi, scuola, famiglia ed educatori, in rete
sono una forza. Nella sua esperienza quanto è importante il confronto tra le
parti?
Certo sì, è importante. Però nell'autonomia, possibilmente.
Nel senso che ciò che abbiamo visto in tutti questi anni, che è quello di
'invadere costantemente' da parte dei genitori sempre più spesso il territorio
della scuola, è dannoso.
Una mamma non fa l'insegnante e viceversa, chiaro? E un papà
non fa l'insegnante e viceversa. Quindi mamma e papà fanno i genitori quando è
il momento, cioè a casa loro, in una scuola, no. Tranne cose eccezionali,
no.
Certo se un genitore vuole andare a scuola per sapere come
va il proprio figlio, sì. Quello che abbiamo visto in maniera terrificante,
soprattutto nel nostro Paese, è l'entrata a gamba tesa di mamme e papà, zie,
nonne, e così via, sulla scuola, soprattutto quando la scuola diventa esigente
e severa, ma la scuola o è esigente e severa oppure non è una scuola.
(Patrizia Angelozzi)
Nessun commento:
Posta un commento