mercoledì 14 giugno 2017

Due domande poste al Prof. Paolo Crepet sul coraggio di educare


Professor Paolo Crepet, qual è il suo punto di vista sull'emergenza educativa?

E' un punto di vista che nasce dalla cronaca di tutti i giorni, che ci dice che non è una emergenza, ma è un disastro educativo, un totale disastro di cui non dimostriamo di essere così tanto preoccupati. L'anticipazione dell'età, un'idea di educare senza alcuna regola, pensando che i figli debbano solo pretendere e non dare mai niente, perdonarli in tutto e per tutto, questa è idiozia educativa.

Gli agenti educativi, scuola, famiglia ed educatori, in rete sono una forza. Nella sua esperienza quanto è importante il confronto tra le parti?

Certo sì, è importante. Però nell'autonomia, possibilmente. Nel senso che ciò che abbiamo visto in tutti questi anni, che è quello di 'invadere costantemente' da parte dei genitori sempre più spesso il territorio della scuola, è dannoso. 
Una mamma non fa l'insegnante e viceversa, chiaro? E un papà non fa l'insegnante e viceversa. Quindi mamma e papà fanno i genitori quando è il momento, cioè a casa loro, in una scuola, no. Tranne cose eccezionali, no. 
Certo se un genitore vuole andare a scuola per sapere come va il proprio figlio, sì. Quello che abbiamo visto in maniera terrificante, soprattutto nel nostro Paese, è l'entrata a gamba tesa di mamme e papà, zie, nonne, e così via, sulla scuola, soprattutto quando la scuola diventa esigente e severa, ma la scuola o è esigente e severa oppure non è una scuola.

(Patrizia Angelozzi)

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