Originariamente
il portfolio appartiene al campo delle arti espressive e prende la forma in una
raccolta di lavori, di opere personali come disegni, fotografie, testi scritti
e così via, che testimoniano le particolari capacità e qualità del soggetto che
le ha prodotte.
Più
esattamente è una raccolta dei lavori migliori, tale da testimoniare il valore
dell’artista di fronte a un interlocutore. Già in questa sua funzione
originaria si coglie come il portfolio voglia essere uno strumento di comunicazione:
non è fine a se stesso, ma svolge una funzione di narrazione, di comunicazione
all’interno di una relazione, deve dire qualcosa di una persona ad altre
persone.
La
costruzione del portfolio dunque non può che essere un atto personale che impone
una decisione rispetto a ciò che di sé l’artista vuole comunicare e obbliga a
un atto di interpretazione colui che comunica come colui che ascolta e riceve
l’informazione.
Questi
tratti non si perdono nel suo trasferimento all’ambito educativo; il portfolio
conserva la sua impronta creativa, comunicativa, interpretativa e proprio
questi aspetti ne fanno uno strumento particolarmente utile alla valutazione
qualitativa e alla realizzazione di interventi valutativi che vogliano anche
essere formanti.
Il portfolio
quindi, utilizzato in classe per la valutazione educativa, è più precisamente
una raccolta di ciò che lo studente produce nei momenti quotidiani dell’anno
scolastico. La forma concreta è quella di un raccoglitore in cui vengono
riposti i lavori dello studente. Già dalla descrizione del suo aspetto fisico
si possono ricavare alcuni elementi del modello valutativo sottinteso.
Intanto si tratta di uno strumento pensato per essere utilizzato in un contesto relazionale preciso e limitato: quello della vita di classe; in un tempo che è quello del quotidiano svolgersi del processo formativo in cui l’intervento valutativo e quello didattico fluiscono intrecciati; infine già è possibile cogliere come l’attenzione sia posta sul soggetto e sulla sua produzione.
Intanto si tratta di uno strumento pensato per essere utilizzato in un contesto relazionale preciso e limitato: quello della vita di classe; in un tempo che è quello del quotidiano svolgersi del processo formativo in cui l’intervento valutativo e quello didattico fluiscono intrecciati; infine già è possibile cogliere come l’attenzione sia posta sul soggetto e sulla sua produzione.
Il
portfolio scolastico conserva anche un altro aspetto del portfolio artistico
che lo specifica ulteriormente come metodo alternativo di valutazione, infatti,
anche in ambito educativo, non si tratta semplicemente di raccogliere tutti i
lavori dello studente, ma solo quelli migliori, quelli che rappresentano la sua
riuscita.
La logica sottostante al portfolio è una logica selettiva in cui il potere decisionale è prevalentemente nelle mani dello studente che, selezionando i propri lavori, decidendo che cosa inserire nel portfolio, si riappropria della responsabilità valutativa ed è stimolato a riflettere su sé stesso, sulla qualità del proprio prodotto e del proprio percorso, sui punti di forza e di debolezza e sui passi da compiere per migliorarsi.
La logica sottostante al portfolio è una logica selettiva in cui il potere decisionale è prevalentemente nelle mani dello studente che, selezionando i propri lavori, decidendo che cosa inserire nel portfolio, si riappropria della responsabilità valutativa ed è stimolato a riflettere su sé stesso, sulla qualità del proprio prodotto e del proprio percorso, sui punti di forza e di debolezza e sui passi da compiere per migliorarsi.
Insomma selezionando,
decidendo, valutando egli compie un percorso di autoconoscenza e
autovalutazione e costruisce e comunica, motivandola, la propria immagine di
sé. In ogni caso va detto che nella selezione dei lavori da inserire nel
portfolio possono intervenire, e generalmente intervengono, anche criteri
esterni al soggetto, ma definiti sempre con il suo coinvolgimento; comunque
sia, la scelta dei lavori deve sempre essere motivata dallo studente che la
compie. Non si tratta solo di scegliere, ma di dire perché si è scelto un
lavoro piuttosto che un altro, di svelare la propria interpretazione, il
criterio che fa sì che un prodotto sia giudicato migliore. Attraverso il
portfolio inoltre il soggetto è chiamato a riflettere sui singoli lavori, ma
anche sulla relazione che tra essi intercorre, sullo sviluppo complessivo e
sull’andamento qualitativo del proprio apprendimento, sui processi che hanno
condotto a determinati risultati.
Il 'formato
ideale' e originario del portfolio è pensato per il raggiungimento di due scopi
fondamentali: a) formare la capacità di riflettere sul proprio lavoro, sugli
esiti e sui processi, e di valutarli; b) rendere manifesto il percorso di
sviluppo del soggetto, la sua storia di formazione, affinché egli ne diventi
consapevole e possa giudicarla e orientarla.
A questo
punto dovrebbe essere evidente il perché si è indicato il portfolio come uno
strumento capace di fare della valutazione un momento anche formativo. Questo
strumento rappresenta una possibilità di concretizzare il progetto di una
valutazione che sia formante poiché, responsabilizzando lo studente, realizza
una valutazione consapevolizzante. Attraverso il portfolio lo studente esercita
l’autovalutazione e partecipa consapevolmente alla costruzione e
all’orientamento del proprio apprendimento.